Parte 1 – La Zona del Risveglio — A cosa serve la ricerca spirituale?

12 Mar

A… stare bene!

La ricerca spirituale è la risposta più ovvia al malessere interiore che attanaglia la maggior parte degli esseri umani. Non è un caso. E non è un caso che fra coloro che sono davvero in pace con se stessi e con la vita vi sia quasi solo chi ha svolto, in modo o nell’altro, un tot di ricerca.

Come accennato nella introduzione, queste parole potranno suonare male a molti, ma sono dedicate a chi a malapena si è reso conto di avere un problema, non a chi lo ha già affrontato e magari risolto in parte o del tutto.

Perché aiuta a stare bene? La risposta risiede nel fatto che la nostra realtà più profonda viene trascurata, a volte molto se non completamente. Questa parte, che chiameremo spirituale, è ciò che ci dà la sensazione di essere “a casa”. La conosciamo benissimo, la ricerchiamo di continuo, ma inconsciamente e con metodi non sempre validi, così che finisce per essere interpretata come una esperienza, e non la nostra realtà principale. Chi legge potrebbe trarre beneficio dalla meditazione o dallo yoga, da un animale domestico, dalla musica in tutte le sue espressioni, dal rapporto con la natura, dal guardare le stelle in una sera d’estate, il mare, la montagna, da uno sport, dalla ricerca di sensazioni estreme, dall’abuso di cibo, alcol o altre sostanze, dall’interazione con i bambini, da hobby o attività di volontariato, dal sesso o dalla ricerca di relazioni sempre nuove, e la lista potrebbe andare avanti a lungo, includendo naturalmente le versioni compulsive di questi metodi. Si può dire che andiamo cercando noi stessi, e per ritrovarci siamo o saremmo disposti a fare qualsiasi cosa.

Il paradosso è che nel cercare di stare bene con uno dei metodi appena menzionati in realtà ci impediamo di rimanere stabilmente dentro noi stessi, “a casa”. Avviene sia perché ci illudiamo di trarre quel beneficio grazie alla nostra attività o alla situazione contingente, attribuendo il benessere a un fattore esterno a volte al di fuori del nostro controllo, dall’altro perché non notiamo che il fattore esterno di volta in volta utilizzato rimuove semplicemente l’ostacolo che ci impedisce di godere di noi stessi.

Facendo per un momento un salto in avanti potremmo dire che quella sensazione straordinaria di benessere che andiamo cercando, e che siamo abituati a chiamare piacere, in realtà è sempre disponibile dentro di noi. Inteso in senso letterale. Il che spiega come persone speciali, che spesso l’umanità ha venerato, hanno saputo trovare la pace -e magari condividerla- anche in situazioni come i lager nazisti (Anna Frank) o inchiodati su una croce (Gesù Cristo), o di assoluta povertà (San Francesco d’Assisi) ispirando poi legioni di esseri umani per molte generazioni.

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